martedì 15 febbraio 2011

Coscienza di sé

Ieri il MoVimento 5 Stelle era ospite di Iceberg, una celebre trasmissione di dibattito politico di Tele Lombardia, per la puntata “‘IL VALZER DELLE PIAZZE’ da Nanni Moretti a Giuliano Ferrara”.
In studio, oltre all’ottimo conduttore Stefano Zurlo sedevano Peter Gomez (Il Fatto Quotidiano), Gaetano Pecorella (PdL), Enzo Raisi (Fli), Fabio Roia (magistrato), Matteo Salvini (Lega Nord), Mattia Calise (MoVimento 5 Stelle), in collegamento da Roma Peppino Caldarola (Il Riformista) e Roberta Pinotti (PD).

Una delegazione degli attivisti e candidati consiglieri del M5S, me incluso, sedeva al seguito di Mattia per dargli sostegno.

Sarebbe bastato osservare le platee per rendersi conto che in Italia qualcosa non va o, forse, qualcosa sta per muoversi nel verso giusto. Da una parte, agghindati in abiti e sete verdi, uno stuolo di “supporters” della Lega Nord che certamente avrebbe potuto raccontare, con vivida memoria personale, l’incontro di Umberto Bossi con Bruno Salvadori nel lontano ’79, dall’altra uno smagliante Mattia con un gruppo di giovanotti dalla schiena dritta e il sorriso in faccia.




Si parte subito dalle contestazioni di piazza ma subito si cerca di dar loro un senso politico o, ancor peggio, un colore. Il tema, su precisa manovra di Salvini, si sposta subito sui massimi sistemi della politica nazionale perché è vecchia scuola la certezza che parlare di tutto è come parlare di niente. Chiaro l’intendo, ahimè riuscito grazie ai politici interlocutori, di sviare il discorso.
Fortunatamente non tutti erano li per sciorinare la conoscenza del “nulla” ma per parlare di fatti precisi così, ottenuta la parola, Mattia stende gli astanti con un discorso che parte dal basso, dai giovani e dalla responsabilità delle politica di dare un futuro alle nuove generazioni invece di parlare di Bunga Bunga e mignotte (uomini e donne) al soldo del premier.
Qualcuno magari potrebbe obbiettare che sarebbe stato utile schierarsi apertamente, approfondire la tematica “dignità delle donne” seguendo i moti di piazza ma reputo personalmente inutile sottolineare che la nostra visione della parità dei sessi nulla ha a che vedere con la strumentalizzazione politica ed è per questo che abbiamo scelto di essere in piazza domenica senza doverne per forza parlare in tv e lascia basiti sentire Salvini scagliarsi contro la manifestazione “Se non ora quando?” accusandola di faziosità e sostenendo che le stesse donne non hanno mai manifestato in difesa dei diritti delle donne musulmane.



Ottimo Mattia nel centrare il dibattito sulle tematiche che davvero ci stanno a cuore come il rifiuto dei soldi in politica e il dovere morale dei partiti di non candidare personaggi di dubbia provenienza e tantomeno condannati in via definitiva. Altra occasione questa, per Salvini, di tacere quando invece annunciava che nelle liste della Lega non compaiono condannati, forse dimentica la carriera del loro leader Umberto Bossi condannato a 8 mesi per violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti oppure del Ministro della Giustizia Roberto Maroni, condannato a 4 anni e 20 giorni per resistenza a pubblico ufficiale.

Viene da chiedersi dove sia la dignità di certi personaggi tanto lungi dal mondo dei vivi e tanto affini col mondo dei fantasmi, delle carcasse che invadono ogni spazio radio-televisivo.

L’attacco si sposta quindi sui magistrati, storicamente rei di “sbatterti in galera se gli stai sulle balle” a detta dell’oxfordiano Salvini. Fortunatamente Peter Gomez e Fabio Roia non hanno lasciato passare questa infamia rimostrando ad alta voce e ribadendo, insieme a Mattia, la necessità collettiva di piena fiducia nella giustizia.

Insomma, fermo restando che amerei il poterci confrontare con politici per passione invece che per professione, sono soddisfatto della nostra “resa” in trasmissione anche se, come ogni volta in queste circostanze, mi assale la tristezza nel percepire la totale assenza di consapevolezza dei comuni cittadini.
A camere già spente una “sciura” della Lega, avvicinato Mattia, ribadiva il suo punto di vista sui magistrati “politicizzati”, le ho chiesto del loro leader, lei fraintendendo mi ha risposto “chel li l’è un om” (pensava a Berlusconi, ndr) così le ho spiegato che mi riferivo a Bossi e alla sua condanna e mi sono sentito dire “nun l’è mica vero, chi l’ha detto?”.



venerdì 4 febbraio 2011

Integriamoci occupando



E’ difficile parlare di politica, nel suo senso autentico, a dei politicanti. Ancora più dura è farlo su tematiche che hanno più presa negli slogan elettorali che nei programmi di partito.
Ieri sera sono stato ospite di Lombardia Channel, insieme a Renato Plati (anch’egli del M5S), durante la trasmissione “Fuori Onda” condotta da Leandro Diana.
Il tema della serata era “Case occupate e Centri Sociali”, un argomento che definirlo spinoso sarebbe riduttivo.
Qual è la caratteristica di un luogo occupato? Certamente l’unione di almeno 3 componenti, un reato, un bisogno sociale e una collocazione cittadina strategica.
Sia chiaro, la mia conoscenza della tematica è abbastanza profonda visto che, seppur non a Milano, frequentavo i centri sociali e li vivevo quantomeno da amico esterno ma la presenza in collegamento dallo studio di un “occupante professionista” come Valerio R. ha aperto in me una breccia che merita di essere approfondita.
Ho capito infatti che la mia esperienza era “limitata” alla realtà meridionale, Palermo abbonda di luoghi di aggregazione perché la strada stessa lo è per un fattore meramente culturale. Eppure i centri sociali esistono anche li segno che qualcosa ancora non ci è chiara a riguardo.
Valerio invece ci parla di bisogni, ci racconta con parole forbite e di invidiabile cultura (nonostante la giovane età) di un disagio giovanile forte e opprimente in una città, Milano, che cresce a misura d’anziano perché da anziani governata.
Leoncavallo, Conchetta, Casa dello Sciopero, Deposito Bulk, Bottiglieria Occupata e La Stamperia, per Valerio, altro non sono che la pragmatica manifestazione della volontà dei giovani milanesi (e non solo) di rimpossessarsi di ciò che gli è stato tolto, la possibilità di esistere senza compromessi, di autodeterminare i propri spazi e le regole sociali. Per farlo si è sempre scelto luoghi abbandonati al degrado da anni e si è provato, coi pochi mezzi a disposizione, a rinverdirli per il bene di tutti.
Certo, stiamo parlando di un reato, occupare un edificio privato lo è per legge. Ma dove si posiziona l’ago della bilancia quando si parla di privato?
Un caso encomiabile di gestione del territorio arriva dall’Olanda (strano eh?) dove le liste Anti-Squat fagocitano ogni anno gli immobili considerati in disuso per almeno x anni “affidandoli”, secondo un regolamento, a squatters locali.
Cosa fanno invece le nostre amministrazioni per fronteggiare il fenomeno?
La risposta ci arriva quasi istintivamente da Max Bastoni della Lega Nord (strano eh?) che a commento dell’esempio Olandese ha proferito un chiarissimo “che vadano in Olanda allora” per poi chiudere con “io li abbatterei tutti i centri sociali e ci costruirei case sopra”….eh si….proprio un bell’approccio.
Chiaramente non mi schiero apertamente con chi pensa che il volere di un gruppo di ragazzi possa scavalcare qualsiasi vincolo legalitario ma certamente credo che sia fondamentale porsi davanti ad una riflessione sulla necessità di mediazione tra istituzioni e cittadini su questa tematica.
Per quel che mi riguarda se dovessi scegliere tra l’avere accanto casa un edificio abbandonato da decenni, decadente e luogo di ritrovo di tossici o peggio ancora “magazzino segreto” di traffici loschi o un centro sociale non avrei dubbi, amo la vita e amo i giovani (ne sono ancora parte, ndr) e credo che, nei limiti del buon senso, mai potrebbero essere dannosi ad un quartiere.
La risposta è quindi semplice ed ahimè sempre la stessa, ringiovanire le istituzioni, permettere ai giovani di entrare in Comune perché, naturali compagni di viaggio di un “Valerio” qualsiasi, possano capire le sue esigenze e trovare la strada giusta per integrarle in questa società.

mercoledì 2 febbraio 2011

AMKAperitivo milanese


Chi ha avuto la "sfortuna" di essermi accanto dal luglio al settembre del 2010 sa quante parole, fatica ed energie ho speso per provare a raccontare in minima parte quello che ho vissuto in Guatemala con AMKA onlus.
Alla fine scelsi di scrivere qualcosa.... 
Il 10 febbraio io ci sarò, con la gioia di un bimbo a cui è stata costruita la casa sull'albero dove potersi riparare e poter giocare. AMKA Milano finalmente ha quella casa, finalmente ha un luogo dove invitare i suoi amici per giocare alla fratellanza.
Io, come quel bambino, vi invito a giocare con me.

Per tutti i dettagli visitate l'evento Facebook.

Vi aspetto!



martedì 25 gennaio 2011

Estratto da Papalagi - Discorso del capo Tuiavii di Tiavea delle Isole Samoa


Poiché i corpi delle donne e delle ragazze sono così ben coperti, gli uomini e i ragazzi hanno un gran desiderio di vedere la loro carne, così come è al naturale. Ci pensano giorno e notte e pensano molto alle forme delle donne e delle ragazze, e sempre come se quel che è naturale e bello fosse un grande peccato e potesse accadere solo nelle ombre più fitte. Se mostrassero la carne liberamente, gli uomini potrebbero rivolgere meglio i loro pensieri ad altre cose, e quando incontrano una ragazza i loro occhi non starebbero a sbirciare, e la loro bocca non pronuncerebbe parole lascive.

Ma la carne è peccato, è del diavolo. Esiste pensiero più folle, cari fratelli?

Se si dovesse credere alle parole del Bianco, allora si dovrebbe preferire, insieme a lui, che la carne fosse dura come la roccia della lava e priva del suo bel calore che viene da dentro.

Rallegriamoci invece della nostra carne, che può parlare con il sole, di poter muovere le nostre gambe come il cavallo selvaggio, perchè non le tiene legate nessun panno, e non le opprime nessuna pelle da piedi, e non dobbiamo stare attenti che non ci caschi dalla testa il nostro copricapo.

Rallegriamoci per la vergine che è bella nel corpo e mostra le sue membra al sole e alla luna. Stolto, cieco, senza il sentimento della vera gioia, è il Bianco, che si deve coprire tanto per non provare vergogna.





lunedì 24 gennaio 2011

Il rispetto del gruppo!

Sabato 22 è stata una giornata di gloria per il MoVimento 5 Stelle di Milano.

E’ vero, molti hanno trovato ancora pane per i loro denti marci attaccandoci per la bassa partecipazione di gente “estranea al giro” o per la scelta del metodo di Condorcet (ma l’avete davvero capito?!?), peccato che questa stessa gente non fosse presente dimostrando, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che parlare da dietro un pc senza mai muovere un dito è certamente più facile che agire in prima persona.

Ho visto un’atmosfera che dovrebbe far invidia persino alle scolaresche in gita, si è lavorato insieme per allestire la sala, si è accolta la gente offrendogli un rinfresco “home made”, si è giocato a calcio con i numerosi bambini grazie anche alla splendida giornata di sole e soprattutto ci si è rispettati l’un l’altro come raramente avevo visto in passato.

Chiaramente il momento della nomina del candidato sindaco è stato vissuto con più “pancia” dato anche il testa a testa tra Plati e Calise che ha contraddistinto l’intero scrutinio ma gli abbracci finali erano sinceri e le bollicine di spumante hanno suggellato un patto, specialmente tra noi candidati, di vera a sentita collaborazione.

Mattia saprà darci quello slancio che ci serve, è giovane sveglio e intelligente, insomma, è la rappresentazione del concetto di MoVimento 5 Stelle.

Da oggi quindi si ricomincia o forse si comincia…si perché la cassa di risonanza è stata enorme e non può che ampliarsi e sta a noi dimostrare di essere pronti per presentarci alla Milano tutta.

Per quanto mi riguarda sono soddisfatto, certo avrei preferito riscontrare maggior successo ma ad ogni scheda scrutinata cresceva in me una meravigliosa sensazione di freschezza e il respiro si faceva sempre più profondo. 
Il perché è lapalissiano, ho vissuto l’ultimo mese nel dispiacere di vedermi attaccato per qualcosa che non aveva fondamenta, per una mistificazione della realtà, oltre che nel dolore di essere ingiustamente screditato all’interno di un gruppo che stimo, ammiro e rispetto.
Ora che tutto è crollato come un castello di carte sono di nuovo sereno, ho uno scudo di amici e affetto che mi avvolge e nessuna critica avrà più valore del valore umano di chi la muove.
Mi piacerebbe poter davvero pensare di aver subito per il bene di tutti, che dalla mia esperienza nasca in certi personaggi la consapevolezza che le parole hanno un peso e se destrutturate e infondate possono danneggiarci e spaccarci dall’interno. Purtroppo so già che questo non accadrà perché a volte poter dire la propria alzando i toni è l’unica occasione che si ha per sentirsi più di ciò che si è.

Ricordo che in paese, una volta in pensione, mio nonno era solito frequentare il Circolo in piazza e lì trovava spazio per una partita a carte e per esporre le sue idee sui “retroscena” della Guerra Fredda e sulle sue verità esclusive, mi chiedo, ne esistono anche a Milano?

COMPLIMENTI MATTIA, CONTA SEMPRE SU DI ME.




giovedì 20 gennaio 2011

Giovani come i calabroni...

Il MoVimento 5 Stelle è composto da una moltitudine di uomini donne di tutte le età.
Si caratterizza per la sua capacità di dar spazio a tutte le voci perché ogni voce vale 1 come un’altra.
Queste sue caratteristiche lo rendono confrontabile con le teorie sull’Universo che lo descrivono come omogeneo, isotropo e in costante espansione. 
Isotropia ed espansione sono facilmente ravvisabili nella sua natura stessa, in qualsiasi direzione lo si osservi infatti è immediato riscontrare la stessa visione programmatica e la selezione spontanea dei suoi attivisti lo rende di fatto fedele a formule di accrescimento esponenziale.
Apparentemente contrastante è invece la proprietà omogenea delle suddette teorie, come fa una moltitudine selezionata spontaneamente ad essere omogenea? Immaginate un campo verde quadrato con al centro una collinetta, tale struttura si presta agli occhi in modo chiaramente non omogeneo. Ora pensate di replicare quel quadrato N volte e guardare dall’alto l’insieme, noterete una conformazione omogenea nella sua accezione di armonia. 
Bene, quelle collinette altro non sono che i singoli individui che compongono il MoVimento con le loro idee. 
Di fatto siamo davanti ad un positivo paradosso sociale, il MoVimento è in se eterogeneo nella composizione ma omogeneo nell’intento di attuazione della democrazia partecipativa, del nostro 1 vale 1.
Di fatto siamo come l’Universo, non delimitabile e senza tempo.

L’eterogeneità dei suoi attivisti comporta chiaramente svariate implicazioni in ogni ambito, la cosa che salta all’occhio è l’incapacità di trovare una tregua tra coloro i quali sono stati definiti “capelli bianchi” e il “nuovo che avanza” quindi i giovani. I primi, onesti volenterosi democratici spontanei ed esperti, portano giustamente dentro il loro bagaglio culturale e i loro vissuti. I problemi nascono quando i vissuti, in politica spesso legati a esempi negativi, diventano così invadenti da ostacolare il libero e “candido” pensiero dei secondi, dei giovani.

Senza ombra di dubbio l’esperienza è un valore e se usata in termini positivi è quasi un dovere darle parola ma fino a dove si può spingere? Fino a dove ha senso darle peso? 
Non si corre, a volte, il rischio che l’eccessivo bisogno di trasmettere il vissuto possa inquinare il candido presente?

Chiaramente la risposta non può prescindere da una personalizzazione del quesito e una riflessione sulla volontà di agire per o contro il MoVimento, per o contro la moltitudine, ma una cosa è certa, ad oggi i giovani stanno rispondendo bene, si rifanno forse al paradosso del calabrone?

“Secondo alcuni autorevoli testi di tecnica aeronautica, il calabrone non può volare a causa della forma e del peso del proprio corpo in rapporto alla superficie alare. Ma il calabrone non lo sa e perciò continua a volare.” 
-Igor Ivanovič Sikorsky-



martedì 18 gennaio 2011

Il peso delle parole...

Ricevo, insieme agli altri 8 candidati, questa email da parte di Sem P. e desidero renderla di dominio pubblico. Seguono mie riflessioni sulle 48h che hanno seguito la presentazione del 15/01:

--------------------------
data:                    18 gennaio 2011 14:09
oggetto:               Candidati portavoce e gruppi di quartiere

Cari candidati...
Ho parlato poco fa con Manlio.  In questi giorni non leggo i forum e i blog, ma il comportamento di qualcuno nei suoi confronti ieri sera all'incontro a Cormano è sufficiente:  sappiamo che gli è stato fatto un torto piuttosto grave.

Preciso subito che i gruppi di quartiere non verranno convogliati verso un voto unico.
Sarebbe del resto impossibile: sono abituati loro a comandare chi va a visitarli e a "servirli", non tollererebbero un atteggiamento diverso!

Ieri sera Renato mi ha parlato proponendomi:   incontriamoci una sera prima del 22, e facciamo chiarezza sulla questione dei gruppi di quartiere. 
Gli ho proposto di farlo domenica 23 dalle 14.30, quando potrà essere (come chiunque altro di voi) osservatore al piccolo incontro che terremo a Chiamamilano per ripensare da capo il progetto dei gruppi di quartiere. 
All'incontro partecipano alcune persone dei gruppi che sono risultate più disponibili a mettere in gioco la loro riflessione personale. 
(( Vi è giunto qualche eco della discussione preparatoria - un po' scomposta, ma è normale trattandosi di cittadini non attivisti - tramite una segnalazione di Diana Ambanelli )).

Renato ha obiettato che domenica sarebbe tardi, bisogna farlo prima di sabato.
Personalmente deploro che non lo si sia fatto mesi fa, e che lo si faccia nei giorni precedenti la scelta del candidato sindaco.
Comunque, se non si parlerà della scelta del candidato, sarò ben felice di incontrarvi.  (Purtroppo, verso la fine dell'incontro di ieri sera, c'è stato qualcuno che ha accennato a voler impostare una trattativa sul voto, cosa davvero fuori luogo).

Mi rendo conto di essere l'unico attivista del MoVimento milanese che si è dedicato allo sviluppo dei gruppi di quartiere...  Noi da due anni aspettiamo che prima il meetup e poi la lista civica IN QUANTO TALI  prendano in mano la rete dei gruppi di quartiere e la gestiscano conformemente agli scopi per cui è nata (vedi gruppo Uno a uno del meetup): se questa può essere la volta buona, ben venga!
Se decidete di fare l'incontro, farei venire con me qualcuno dei gruppi, per avere un riscontro dal punto di vista dei "non attivisti"...

Quanto al voto di sabato, ripeto: la rete dei gruppi di quartiere non ha l'intenzione di far circolare mail o proclami di nessun genere perché venga votato un candidato piuttosto che un altro.  E ripeto il mio dispiacere nel vedere Manlio maltrattato in base a teoremi che non hanno alcun fondamento.
Certo, Manlio ha lavorato alcuni mesi nei gruppi, un po' di persone lo conoscono e istintivamente pensano a lui.  Ma sono valutazioni personali più che logiche.

Quindi nessun voto organizzato da parte dei gruppi di quartiere. 
Diverso è il fatto che io (purtroppo solo io) conosco quasi tutti, e un sacco di persone mi chiedono per chi votare.  Ho ovviamente il diritto, come tutti, di sentire i miei amici e di dire il mio parere.  Mi rendo conto che la mia situazione è particolare, perché si tratta di tanta gente e l'ho servita per un po' di tempo.  Ma credetemi,  avrei voluto condividere questo privilegio con tutti voi. 

Quindi se ritenete che possa essere un privilegio per alcuni del MoVimento di Milano e dintorni  mettersi a fare il lavoro che faccio io - ovviamente (si spera!) molto meglio di come lo faccio io - verrò di corsa dove mi inviterete.
Temo infatti che senza spostare "forza lavoro"  dalle attività di base della lista  al progetto dei gruppi di quartiere (che ne è talmente sprovvisto!),  quello che ci potremo dire rischierà fortemente di restare teorico.  Ma penso che chi verrà eletto portavoce avrà di sicuro l'autorità - se lo riterrà opportuno - per incitare un po' di persone a fare questa scelta.

Ciao!
                    Sem
--------------------------


Sono stati giorni carichi all'estremo di parole per cui non ne aggiungerò molte altre.
Malgrado tutto c'è una cosa che sempre più sto realizzando al termine di queste 48h di fuoco ed è che in fondo come sempre le crisi servono, fanno cresce e fanno acquistare coscienza.
Ciascuno in questo tempo ha potuto comprendere come, più o meno consapevolmente ha contribuito ad alimentare una situazione che, se da una parte ha visto me al centro di un ipotetico complotto, dall'altro, cosa ben più seria e importante, ha rischiato di far perdere credibilità al nostro gruppo agli occhi di chi, proprio come noi in questa realtà ha riposto grande fiducia.
Per questo stasera insieme agli altri 8 candidati e attivisti ci troveremo per portare avanti "insieme" il percorso che abbiamo iniziato, oltre le triangolazioni e i pregiudizi (positivi o negativi) perché di una cosa siamo certi crediamo fermamente nel popolo sovrano.
Quindi approfitto semplicemente per chiedere a chiunque si sia sentito in qualche modo “indirizzato”, a dimenticare tutto il 22 gennaio. Ciascuno ha ancora 4 giorni per leggere di noi 9 candidati e farsi un’idea e ci troverà in sala per rispondere ad eventuali domande, fatto questo basterà prendere la penna e votare col cuore.