giovedì 7 aprile 2011

E-Cat e fusione a freddo, siamo a una svolta?


Non  sono un chimico e nemmeno un fisico ma certamente mi reputo un appassionato di tecnologia e sviluppo scientifico. Ritengo fermamente che le energie rinnovabili debbano rimpiazzare le attuali tecniche produttive, dispendiose e rischiose e spesso con una reale efficienza molto bassa ma questo non mi distrae dal tenere un occhio aperto sulle evoluzioni di rami di ricerca che puntino a “inventare” qualcosa di rivoluzionario.
Da qualche settimana ho ricevuto, per mezzo di un mio amico e collega universitario, alcune informazioni riguardo degli esperimenti portati avanti all’Università di Bologna dal professore emerito dell’Alma Mater Sergio Focardi e dall’ingegner Andrea Rossi, tecnico studioso ed investitore unico nel progetto.
La loro ricerca, ormai realizzata concretamente, è orientata alla realizzazione di un piccolo “reattore” chiamato Energy Catalizer in grado di fondere a freddo (ovvero sotto i 200°C) due atomi di idrogeno e nickel ottenendo una resa sull’energia prodotta pari a 30 volte quella consumata.
Ovviamente si parla di energia termica ottenuta e non di energia elettrica direttamente prodotta.
In questo link trovate i video della presentazione ufficiale dell’esperimento avvenuta il 14 gennaio 2011 presso l’Università di Bologna: http://www.journal-of-nuclear-physics.com/?p=360
Da anni si parla di fusione a freddo con grande scetticismo, sia perché fortemente boicottata dalle compagnie energetiche “classiche” sia perché nella pratica non ci sono studi che ad oggi dimostrino le leggi dietro questo tipo di reazione e di fatto nemmeno l’ing.Rossi ha ancora chiarito gli innumerevoli dubbi a riguardo poiché il progetto è tenuto sotto segreto industriale almeno fino alla prima applicazione su larga scala che dovrebbe avvenire a Ottobre presso il cliente pilota Defkalion Green Technologies in Grecia.
Inutile sottolineare l’importanza di un progetto simile che qualora risultasse riproducibile ed attendibile oltre ogni ragionevole dubbio segnerebbe di fatto la nascita di una nuova era della fisica applicata alla produzione di energia. In un’epoca segnata dalla paura del nucleare una soluzione del genere spazzerebbe via decenni di applicazioni nocive e sopravvalutate e consegnerebbe all’uomo una nuova prospettiva quantomeno per le applicazioni industriali dove le energie rinnovabili non trovano ancora spazio.
Dal giorno della prima dimostrazione ad oggi innumerevoli test e misurazioni sono stati effettuati e sembra assolutamente da escludere la possibilità che dietro questa “scatola magica” da 50cm3 possa celarsi una truffa  mediatica o una qualche combustione chimica.
Non voglio dunque elargire certezze o speranze ma solo fornire un canale per capire meglio di cosa stiamo parlando e lasciarvi riflettere a riguardo.
Segue quindi una breve intervista che ho fatto al fisico Giorgio Vassallo, docente presso l’Università di Palermo, sul  suddetto esperimento.

Buon giorno prof.Vassallo, perché reputa oggi così importante parlare dell’esperimento Focardi-Rossi?
Perchè la quantità di energia prodotta e il rapporto energia prodotta/energia immessa è in ordini grandezza superiore agli esperimenti di “fusione fredda” finora realizzati. Rimangono quindi solo due ipotesi possibili: O si tratta di una frode deliberata o di una scoperta epocale. Con i livelli di energia prodotta dell'ordine di diversi Kwh e un rapporto di 30 volte tra energia immessa ed energia ottenuta è impossibile l'errore di misura. Personalmente escludo in maniera categorica la possibilità di una truffa.

Come è entrato a conoscenza di questo progetto e dei suoi ideatori?
Leggendo nel lontano 1995 un articolo sulla produzione anomala di energia nei sistemi Ni-H di Piantell, Habel e Focardi sul Nuovo Cimento.

Quali pensa siano, ad oggi, i maggiori dubbi riguardo la bontà dell’E-Cat specie in una fase post prototipo?
L'unico reale dubbio riguarda la spiegazione teorica. Non vi è una ipotesi chiara e precisa che spieghi questi fenomeni. Un quadro teorico di riferimento è stato comunque proposto da Giuliano Preparata nel suo libro QED Coherence in Matter .

Come spiega una resa così elevata senza una fusione a caldo?
Probabilmente come spiegato da Preparata i fenomeni di “fusione fredda” sono dovuti a fenomeni collettivi che coinvolgono “strutture mesoscopiche” in cui gli atomi oscillano con la stessa frequenza e la stessa fase. In tali strutture il numero di atomi è almeno otto ordini di grandezza inferiore al numero di Avogadro. Questi fenomeni collettivi, che tra l'altro sono anche alla base dei normalissimi fenomeni di catalisi, non sono presenti nel plasma ad alta temperatura della “fusione calda”. 

Che rischi vede in questa applicazione se la confrontiamo con i metodi classici di produzione energetica?
L'unico rischio potrebbe derivare forse dalla debole emissione di raggi gamma che accompagna questi fenomeni.

Quale pensa sia il motivo per cui, nonostante la ricerca in materia sia ormai quasi ventennale, nessuno abbia mai investito in questo settore?
Credo che in effetti ricerche in questo settore siano state finanziate, ma appartengano alla categoria delle ricerche “classificate” non di pubblico dominio.
Penso inoltre che molti istituti lavorino in questo campo senza necessariamente pubblicare sulle riviste scientifiche.
E' strano il caso di un brevetto del MIT “Method of maximizing anharmonic oscillations in deuterated alloys”  del 1995 In cui si parla tra l'altro di fusione del deuterio e dell'idrogeno in leghe PdAg e nel Nickel opportunamente trattato. 

Quali reputa possano essere in futuro le ottimali applicazioni di questo prodotto?
In un primo tempo la produzione di energia termica ed elettrica a basso costo in centrali di piccola e media potenza. In un futuro probabilmente sarà l'unica fonte di energia necessaria...

Molti reputano che il legame strettamente industriale tra Rossi e Focardi possa segnare un limite economico nella diffusione del prodotto su larga scala e comunque non vedono di buon occhio il prostrarsi della ricerca all’industria. Cosa ne pensa?
Penso che la comunità europea, l'università e l'industria  dovrebbero immediatamente finanziare questo tipo di ricerche, interessanti sia dal punto di vista della ricerca di base che dal punto di vista economico.
Concludo dicendo che è importante ricordare il prof. Francesco Piantelli dell'Università di Siena, pioniere nella ricerca della produzione di energia nei sistemi NI-H .

Grazie mille per la disponibilità.
Grazie per l'attenzione. Giorgio Vassallo - gvassallo@unipa.it

Chiudo lasciando i riferimenti ad alter fonti e documenti sperando che si inneschi un dibattito su questo tema.
Report dettagliato e completo di relazione tecnica (2° link) da parte dei fisici Sven Kullander, professore emerito dell'Università di Uppsala nonché presidente del Comitato dell'Energia presso l'Accademia Nazionale delle Scienze, e Hanno Essén, professore associato di fisica teorica e docente presso il Royal Institute of Technology svedese, nonché membro del consiglio della Skeptics Society svedese:

Intervista di Daniele Passerini all'ingegner Andrea Rossi

Portale con moltissimi link sull'esperimento:
http://newenergytimes.com/v2/sr/RossiECat/RossiECatPortal.shtml

Intervista all’ing.Rossi di un giornale svedese online:

Intervista al prof.Focardi:
Gerard Celente su Rossi-Focardi:
Articolo sul Washington Times:
http://www.nyteknik.se/nyheter/energi_miljo/energi/article3108242.ece

Riflessione riguardo la fusione a freddo da parte di M.Torrealta, giornalista RAI:
www.terrediconfine.eu/il-segreto-delle-tre-pallottole.html

Rapporto 41, una relazione sulla “scomparsa” degli esperimenti sulla fusione a freddo: